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Novità agricole dal Def

Il documento prevede la riforma del Fondo di solidarietà nazionale e lo sviluppo delle filiere per favorire l’aggregazione delle imprese.

Il Documento di economia e finanza (DEF) approvato presenta alcune novità che coinvolgono anche il comparto agricolo. Il più importante e significativo intervento appare la delega alla riforma del D.Lgs. 102/2004 che istituisce e regola il funzionamento del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura.
Il testo prevede, nel corso del corrente anno, di risarcire parzialmente gli agricoltori italiani colpiti dalle gelate tardive, con una dotazione finanziaria decisa con il D.L. 73/2021 di 160 milioni di euro.

È attesa al riguardo una revisione che recepisca le novità introdotte con la recente riforma della PAC per consentire un prelievo fino al 3% dei pagamenti diretti, da erogare a favore degli agricoltori beneficiari come quota privata per l’adesione al fondo di mutualizzazione obbligatorio, costruito a livello nazionale, per la copertura dei danni provocati da eventi quali alluvioni, siccità, gelate e brine. Il gettito verrebbe integrato dalle risorse del Psr consentendo la partecipazione alla nuova forma di copertura del rischio delle imprese agricole, utilizzando risorse pubbliche al 100%.

Il 2° provvedimento di legge si riferisce alle disposizioni per lo sviluppo delle filiere e per favorire l’aggregazione delle imprese. A oggi non sono noti i dettagli e i contenuti anche se si può ipotizzare che il programmato intervento legislativo riguarderà il settore primario. Altri 2 futuri interventi legislativi collegati riguardano l’aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro e la legge sulla montagna. Il Documento di Economia e Finanza tratta anche la fondamentale partita relativa al rifinanziamento degli appositi fondi di bilancio per la concessione delle garanzie a sostegno della liquidità delle piccole e medie imprese nella filiera agricola.

Infine è opportuno ricordare che il Ministero per la Transizione Ecologica sta definendo un piano di lungo periodo (orizzonte temporale l’anno 2050) nel quale sono fissati obiettivi e traguardi relativi al consumo del suolo, al dissesto idrogeologico, al miglioramento delle risorse idriche e relative infrastrutture, al rafforzamento e ripristino della biodiversità, alla promozione della economia circolare.